mercoledì 23 luglio 2008

LE BANDE

Un soldato americano in merito alla guera in IraK disse : "la guerra in IRAK è una lotta tra bande e noi vinceremo perchè siamo la più grossa".
Lo stesso concetto può essere calato pari pari alla nostra politica in genere ed in particolare nella piccola ed insignificante bagarre nel contado del Molise che degrada sul mare. Sparuti gruppi si organizzano in bande e cercano di fare politica, in pratica un capo gestisce potere personale e si procura facile arricchimento.
Nessun titolo di studi o sacirifici potrà mai dare.
Si formano bande, per spartire il bottino, e si va alla conquista della cima sperando di arrivare primi calpestando principi, ideali e persone.
Il povero cafone zappaterra, il popolo, assiste sconsolato ed aspetta solo il vincitore per gridare nei cieli il suo nome sperando di raccogliere le briciole che i briganti lasciano sul loro cammino.
UN agguerrito gruppo fiancheggia il capo dei capi è la BANDA PP.
Alle armi , alle astuzie, ai tradimenti, agli intrighi. ai giochini di palazzo l'ardua sentanza.

mercoledì 9 luglio 2008

L' ALIBI

Ognuno cerca di giustificare il suo operato di fronte agli altri esibendo scuse e pretesti vacui ma che appaiono validi e forti ai suoi occhi. Nella politica italiana ormai non conta più l'operato che potrebbe generare il giudizio e forse le ira della gente ma il motto vincente : “ sono qui per volere del popolo sovrano che si è espresso liberamente con il suo voto”. Va sempre più di moda il famoso detto “ Dio me l'ha data guai a chi la tocca “ ( i soliti maligni pensano subito che non vale per le amiche del capo, anzi la donano con amore e diventano ....famose). Questo modo di pensiero ingenera ancora di più tracotanza nel potere e porta quelli che lo esercitano a credersi illuminati anzi designati e quindi rafforzati nel loro cammino. Possono fare Tutto e di più. Basta un "bhu", non "ho" perchè lo fanno solo i bambini, e tutti i gay di questa terra si mettono a disposizione del supremo. Sì ormai il popolo italico famoso per il suo gallismo nel mondo sta cedendo ad un frocismo dilagante per cui si dona volentieri e si gode. Nessuno osa ritornare al passato anzi si cerca di essere sempre più accomodanti, donanti e tanto lo si è tanto maggiore sarà il cammino verso il successo ( Tutti diranno : Che CULO!!, Perchè si vede ? Sarà la risposta). Il nostro barzellettiere,che non si accorge di essere la barzelletta mondiale, è il primo e fermo paladino di questo pensiero e fa quello che vuole. Bolla il dissidente come nemico delle istituzioni perchè lui e lì per volere popolare e quindi intoccabile. Tutta la sua ciurma, opportunamente scelta ed educata si inchina e loda . Questa degenerazione piace anche a quelli che dicono di essere di sinistra ( che vuol dire ce lo devono ancora spiegare!) e solo perchè regolarmente eletti credono di essere inamovibili ed infallibili ed invocano quella sovranità popolare come alibi supremo alle loro cazzate. Il nostro Musone alfiere del nulla ma equilibrista supremo, dato che riesce a stare sulle palle di tanta gente, spende, spande e decide come gli aggrada, senza chiedere nessun consiglio, né tantomeno ascolta il popolo Nessuno deve contraddirlo e sceglie come vuole, pescando dal mazzo, con abile destrezza , il più amato. E quei più esclusi dal dialogo sono invocati a difesa perchè l'hanno scelto e ,non solo, ma devono prodigarsi a di difenderlo strenuamente come ultimo baluardo della sinistra. Sinistra invocata per giustificare un operato , dire inutile significa onorarlo, ma che non esiste nel vocabolario del comportamento e guida dell'azione. Se tanti molisani si sentono gratificati da questo modo di essere ed accecati nel vedere le cose in questa direzione , allora IORIO facciamolo davvero SANTO, prima che il duo Lescano ci venda e si venda per intero tutto il palazzo. La prossima tornata , forti di tante amicizie e clientele, saranno ripresentati e continueranno ad ingozzarsi in quella mangiatoia profonda dove è scritto : SINISTRA.
QUESTI UOMINI E' MEGLIO PERDERLI CHE DIFENDERLI.

venerdì 4 luglio 2008

LA VENDETTA DI PANCHO

In tempi quando la berta filava ed i padroni del vapore spadroneggiavano in lungo ed in largo per il contado , due inutili dignitari di una delle due corti della fazione dei perdenti si misero in tenzone per salire al maximo scanno del piccolo regno territoriale . La lotta fu impari da una parte un furbacchione di tre cotte, sempre taciturno, dall'altra un ingenuotto sempre sorrisone e fessacchiotto. Con un colpo di mano e con il benestare evidente ma celato dei due principi, il più navigato riuscì a spuntarla e farsi eleggere.
Il nuovo regnante si era ingraziato i signorotti del contado anche se non aveva dato nemmeno un sesterzio alla confraternita del capo a cui apparteneva né tantomeno si era fatto vedere spesso nella parrocchia dello stesso: tutt'altro faceva il cane sciolto. Lo sconfitto ,tornato a ridere ed anche all'ovile , crollò definitivamente con il castello ed i due castellani in una disgrazia avvenuta successivamente.
Il nuovo piccolo feudatario cercò subito di adeguarsi all'altezza del ruolo e cominciò a girare spesso fuori dal regno, organizzò feste,danze e tornei e pur di apparire diventò anche mecenate. Il tempo sembrava scorrere felice ma all'improvviso accadde la disgrazia: due signorotti , Pancho e Morgan furono cacciati fuori dal palazzo. Questi avevano vissuto fin allora nell'agio e nell'ignavia alle spalle della plebe. Non sapevano procurarsi il cibo a sufficienza per cui rischiavano di ridurre l'abbuffamento . Riunione del gran consiglio per trovare una soluzione e tra i due fu scelto Morgan, il meno peggio , ad entrare con titoli nel feudo mentr l'altro lo si mandò in giro per i contadi vicini a raccontare le sue poche favolette che aveva imparato. Non era contento e mugugnava e cominciava a covare un sottile risentimento che aumentò quando perse anche questa sua nuova carica.
I fatti precipitarono velocemente ed in seguito ad una guerra crollò anche il castello con i principi che salvarono la vita ma non la faccia. Pancho rialzò la cresta , aveva più spazio e nessun ostacolo; cominciò a tessere una sottile tela per rientrare a palazzo e si fece aiutare da una piccola banda di sodati di ventura dello stesso palazzo, che lui a suo tempo aveva formato o raccattato per strada. Si avvicinò a poco aq poco al piccolo re ed insieme tramarono ed alla fine raggiunsero lo scopo. Il primo compagno di sventura ,Morgan, dapprima preferito o imposto, fu cacciato dal palazzo mentre il secondo,Pancho , fu accolto in pompa magno. Gli vennero subito date le stanze per l'alloggio e , per il momento, la gestione di una piccola area del territorio. Davanti al fossato del vecchio maniero la stessa sera si aggiravano felici il nuovo signorotto e i suoi accoliti.
Il frutto della vendetta era stato raccolto.
Come spesso accade in tutte le corti nessun altro vassallo ,vassallotto o possidente di campagna intervenne nella tenzone anzi tacquero per convenienza e forse per codardia. Non avevano quei famosi attributi per far rispettare le regole violate. Questo successe nella corte mentre nel contado la schiera di villani e cafoni continuò imperterrita a lavorare ed ossequiare.
Gli avvenimenti sono stati tramandati dai nostri avi ed accaddero in un tempo lontano , ma come sempre avviene nella vita sicuramente si ripeteranno : sono i corsi e i ricorsi della storia.

mercoledì 2 luglio 2008

L'ASSESSORE

Nel nostro piccolo regno della vanità dove il nulla domina ma lo spreco basta e avanza si sta vivendo un piccolo grande dramma, o farsa . E' stato ingegnato il nuovo gioco dei quattro cantoni dove il centrale non occupa il posto lasciato libero ma è lui che ordina di lasciare libera la posizione a suo insindacabile giudizio e caccia fuori il giocatore e lo rimpiazza. E' stato già testato sul campo dove un rapace aveva occupato il posto di un signor X ,ora si riprova di nuovo ed anche quest'uccello è stato sbattuto fuori dal nido. Forse non cacciava abbastanza prede! E qui casca l'asino, perchè il padrone del gioco si e arenato e non riesce a trovare il sostituto e si dilania tra indecisioni, dubbi atroci e ripensamenti. Noi che comprendiamo questa immane tragedia di un povero uomo che porta sulle sue spalle tutto il peso del CS ( non pensiate Cerchia degli Stronzi ma CentroSinistra) cerchiamo di venirgli incontro e , modestamente, ci permettiamo di tracciare poche linee guide per la sua scelta.Lungi da noi una "lesa maiestatis".
Il nuovo candidato deve:
-essere almeno amico del vecchio e sempreterno capobastone, anche perchè aiutò l'attuale comandante ad occupare questa posizione, altrimenti , ora, stava insieme al suo compaesano a mietere il grano mentre lui trebbiava ( che occasione persa per il Molise!);
-avere almeno tre seguaci nel gran consiglio e possibilmente gente fidata perchè messa in lista da lui stesso o acquistata alla fiera delle vacche;
-essere un fiorellino e non un rude e forte albero;
-essere preferibilmente di buona stazza , così almeno arriva abbuffato e pensa al lavoro e non si ingegna trucchi per sgranucchiare nel pollaio,
-essere preferibilmente non un vecchio trombone ma un giovane trombato e per giunta disoccupato: almeno si genera occupazione ed aiutiamo il Santo Micheluccio, che la sta combattendo, a diventare Santo;
-avere almeno due nomi : basta con Francesco e Giovanni vogliamo GianLuigi, PierFerdinando; GianCarlo e.......E' tanto chic e fa felice chi lo porta!.
Se questo piccolo tracciato sarà seguito renderà soddisfatti tutt i PiDini o forse è meglio chiamarli PeDuini visto che sanno solo vagare in questo deserto di idee e di valori e sono capaci solo di raccoglier i pochi sesterzi che i Signorotti fanno cadere a terra : almeno giustificano la loro continua posizione a 90°.
Tu che stai leggendo in questo momento, si dico a te, e non girarti non c'è nessun altro, impara a mettere eretto il busto e prova a camminare a testa alta. Io non sono nessuno ma almeno cerco di tirar fuori la verità, almeno ci provo.

martedì 1 luglio 2008

IL PROCESSO DI BEATIFICAZIONE

Il miracolo più grande del Nostro è la pace e la serenità che ha portato in questa Regione disgraziata. E' palpabile!. Si muore di fame, si arretra, si emigra , non importa ormai nell'aria si espande quel venticello che rasserena gli animi e le opposizioni e tutti, ormai TUTTI ( vero amici del PD, IDV , PRC e SDI, giornalai, scrivani, dirigibili, ( non dirigenti che decidono ma dirigibili che si affidano al vento), azzeccagarbugli, macellai, sanapurcelli )pendono dalle sue labbra ( attenzione a non tirarle troppo si stanno ingrossando !) e cercano di bere dal suo sapere ( deve essere immenso se tanto capoccione mi da tanto! ) e carpire quel poco che le sue mani generose danno ( o meglio si fanno sfuggire ..... briciole che permettono pur sempre una vita agiata , che niente!).
SANTO A SUBITO

LA VERITA' SEMPRE NEGATA

Il solito 24 pagine aggratis, altrimenti non lo comprerebbe nessuno, si rivolge a DI PIETRO consigliandogli di restare a trebbiare. Preme precisare che il “trebbiare” è lavoro di “villano” ( definizione di altro Giornale di regime ) ma è pur sempre un lavoro nobile e decoroso e ,pertanto, merita rispetto.
E' sempre meglio "trebbiare" che "
trescare" !
Tutti scendono a difesa del capo e cercano di ridicolizzare o denigrare l'unico avversario che esprime a voce alta le idee del popolo. Si signor pseudodirettore o amici del PD, è la semplice verità e non storcete il naso tanto nessuno di voi avrà mai gli attributi di urlare quella verità che aleggia in modo pesante nell'aria. E' il solito esercito di mercenari che si schiera dietro ad un ariete per sfondare il muro che li restringe e soffoca.
AL TRAMONTO DELLA GIUSTIZIA e DELLA DEMOCRAZIA anche l'ombra di un NANO si allunga.