Il nuovo regnante si era ingraziato i signorotti del contado anche se non aveva dato nemmeno un sesterzio alla confraternita del capo a cui apparteneva né tantomeno si era fatto vedere spesso nella parrocchia dello stesso: tutt'altro faceva il cane sciolto. Lo sconfitto ,tornato a ridere ed anche all'ovile , crollò definitivamente con il castello ed i due castellani in una disgrazia avvenuta successivamente.
Il nuovo piccolo feudatario cercò subito di adeguarsi all'altezza del ruolo e cominciò a girare spesso fuori dal regno, organizzò feste,danze e tornei e pur di apparire diventò anche mecenate. Il tempo sembrava scorrere felice ma all'improvviso accadde la disgrazia: due signorotti , Pancho e Morgan furono cacciati fuori dal palazzo. Questi avevano vissuto fin allora nell'agio e nell'ignavia alle spalle della plebe. Non sapevano procurarsi il cibo a sufficienza per cui rischiavano di ridurre l'abbuffamento . Riunione del gran consiglio per trovare una soluzione e tra i due fu scelto Morgan, il meno peggio , ad entrare con titoli nel feudo mentr l'altro lo si mandò in giro per i contadi vicini a raccontare le sue poche favolette che aveva imparato. Non era contento e mugugnava e cominciava a covare un sottile risentimento che aumentò quando perse anche questa sua nuova carica.
I fatti precipitarono velocemente ed in seguito ad una guerra crollò anche il castello con i principi che salvarono la vita ma non la faccia. Pancho rialzò la cresta , aveva più spazio e nessun ostacolo; cominciò a tessere una sottile tela per rientrare a palazzo e si fece aiutare da una piccola banda di sodati di ventura dello stesso palazzo, che lui a suo tempo aveva formato o raccattato per strada. Si avvicinò a poco aq poco al piccolo re ed insieme tramarono ed alla fine raggiunsero lo scopo. Il primo compagno di sventura ,Morgan, dapprima preferito o imposto, fu cacciato dal palazzo mentre il secondo,Pancho , fu accolto in pompa magno. Gli vennero subito date le stanze per l'alloggio e , per il momento, la gestione di una piccola area del territorio. Davanti al fossato del vecchio maniero la stessa sera si aggiravano felici il nuovo signorotto e i suoi accoliti.
Il frutto della vendetta era stato raccolto.
Come spesso accade in tutte le corti nessun altro vassallo ,vassallotto o possidente di campagna intervenne nella tenzone anzi tacquero per convenienza e forse per codardia. Non avevano quei famosi attributi per far rispettare le regole violate. Questo successe nella corte mentre nel contado la schiera di villani e cafoni continuò imperterrita a lavorare ed ossequiare.
Gli avvenimenti sono stati tramandati dai nostri avi ed accaddero in un tempo lontano , ma come sempre avviene nella vita sicuramente si ripeteranno : sono i corsi e i ricorsi della storia.
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