Scopre dapprima un amore sviscerato per i cani, i quadrupedi non quelli a due zampe, e poi un attaccamento al suo sud , festaiolo e paesano.
I cani , poveretti vagano soli soletti, abbandonati e morti di fame per il nostro territorio ed un'ordinanza infame li vuole annientare affamandoli.
Occorre ribellarsi l''editto è partorito dal nemico ed allora si deve infangarlo e negativizzarlo . Si costruiscono i teatrini e ciak si gira: si fa ritrarre , bella tra le bestie, nel nobile gesto dell'offrire il cibo . Che scena toccante e bucolica, essa rappresnta lo stato d'animo della nostra e fotografa quello dei suoi sudditi. Ancora oggi continua il suo amore per questi derelitti e si batte per una loro sistemazione decorosa.
Poi raccoglie tutti gli spezzoni delle sagre e feste più rappresentative del Molise ed usurpando la delicata canzone di E. Bennati realizza uno spot pubblicitario: Omaggio al Molise . Conclude : Ciao Padania, orgogliosi di stare nel sud. Che tristezza! Si vuole colpire il federalismo della lega, suoi amici di merende, ed invece si offende il nostro Molise.Tutto si riduce a feste ed inni di gioia . Manca nella sequela di immagini che evocano avvenimenti e tradizioni della nostra cultura il molisano, l'uomo e non il cane del sud, con i suoi problemi di lavoro e di sopravvivenza. Continua a morire di fame abbandonato dal re e dalla corte ma resta orgoglioso e con una profonda tristezza nel cuore emigra verso la Padania . Non ha più con sè la baligia di cartone e le pezze in culo,come i suoi antenati, ma si è evoluto ed adattato ai tempi veste jeans e lo accompagna il moderno trolley di plastica.
Se le immagini fossero in bianco nero e la canzone quella di Caruso sarebbe la perfetta fotografia del secolo scorso, anni venti.
NULLA E' MUTATO.
Solo i capibastone, gli amici , i lacchè, le preferite ed i sudditi fedeli restano in questa terra meravigliosa. Bivaccano e gozzovigliano espropriando il poveretto.
Quelle feste sono simboli di una tradizione vera ,che resta indelebile nel cuore del povero emigrante e sono l'espressione di uno spirito contadino forte attaccato alle sue orgini ma strappato dalla sua terra.
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