Miclelus, homo isernicus, ha radunato le truppe ed è partito all'assalto di Campobasso. Unico baluardo al suo strapotere.
Alla testa della sua armata Brancaleonus l'equites procede spedito verso la meta. Il suo fido scudiero, il greco itachenses, come sempre gli porta il cavallo, lo affianca l'esattore Termolesus Vitaglianicus ( da cui deriva il ceppo vita dell'aglianico), il Lancilieres (i fucili non esistevano ancora) Bartolomeus , notus caupo sed libertus Campobassanus detto Di, ma non è dato sapere!. Segue la pulzella Perr Ellas,( il nome sembra una scorreggia .....) ricciabovaniense e una schiera informe di mercenari.
E' un'accozzaglia di ogni tipo e sono stati raccattati in ogni dove: dalla corte dei miracoli, dalle patrie galere, dai campi per anziani, dal girone infernale dei traditori, dagli harem, dalle moltiduni dei servi dei potenti.Avanzano alla conquista della città sotto la guida di Bartolomeus.
Il poverino tracciatore di due linee e si definisce Geosmetricus di campagna e pensa che la campagna di Campobasso sia la semina di turtanelle e ravaniell'. Essa è semplicemnete la consegna nelle mani dell'isernicus e del termolesus e delle loro bande ,finalmente, della chiavi della città.
La collina monforte, se farà quadrato, resisterà all'assalto delle coorti campobassane zeppe di mercenari guidate dal tale Bartolomeus, uno di loro, ma tutti al soldo del potente Miclelus.
“I resti di quello che fu uno dei più potenti eserciti risalgono in disordine e senza speranza le valli che aveveno disceso con orgogliosa sicurezza” (A. DIAZ)
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