venerdì 15 ottobre 2010

I tizzoni sotto la cenere

Si era visto uno scintillio di faville ed  avvertito un crepittio di ceppi poi il fuoco si è lentamnete addormentato lasciando il posto alla cenere.
Si  era cominciato a parlare delle prossime elezioni regionali ed alla provincia di Campobasso e si notava una vivace movimentazione, un'interessante partecipazione ed apparivano  nomi ,accordi, bozze di strategia : nulla la cenere copre i tizzoni. In genere si dice carboni  ardenti o brace  che covano sotto la cenere, ad indicare che sotto l'ndifferenza qualcosa si muove alla carbonara ( non alla pasta come qualcuno crede) in modo subdolo e silenzioso. Ma nel vostro Molise paragonare la nostra attuale classe politica a carboni infiammati  e brace viva  è un bestemmia ed anche un'offesa per questa nera pezzatura legnosa, si sfiora il  razzismo. Parliamo di tizzoni , semplici pezzi di legno anneriti dal fumo che non saranno mai  nero carbone e quindi  non servono sono inutili allo scopo.
Le forze che vorrebbero opporsi al governatore-commissario-bis  sono tante , anzi quelli che si autodefiniscono capi sono tanti ma la  truppa, nessuna. Al massimo rappresentano se stessi, se si fidano,  e forse il nonno la zia e qualche lapide cimiteriale e sempre i treamici del bar  (anzi sembra che siano aumentati ).  Eppure siedon ai tavoli per parlare, di che cosa non è dovuto sapere, ma solo immaginare. Essendo tutti maschietti parleranno di pallone e femminucce, la solita tiritera da bar e da basso tenore culturale, visto i commensali ed i tempi. Poi d'improvviso tutto tace.
Come i tizzoni covano sotto la cenere e si organizzano, predispongono i piani, si dividono le poltrone gli sgabelli e gli starpuntini, prevedono di spostare gli asini dalla stalla alle stanze. Parola d'ordine : tutti zitti nessuno deve sapere. Si tirerà a campare indaffarati  ( oddio qualcuno non ha niente da fare ma diciamo indaffarato) per tutto l'anno che ci separa all'appuntamneto senza concludere niente di ufficiale o di informare  i soliti aspettatori. Si avvicnano le scadenze  e tutto ancora tace mentre i consueti mansueti fessi ancora sperano  di dialogare,  di indire le primarie, di partecipare alle scelte. Si cincischia e si traccheggia sino ad arrivare con l'acqua alla gola alle scadenze ufficiali.  E allora bisogna concludere non c'è tempo da perdere e come d'incanto sgorgano  dal cilindro quattro conigliate propinate come ideee e programmazione.  I soliti, stavolta non i fessi, tracciano quattro linee ( non sul muro non ne sono capaci) programmatiche infarcite di sociale e populismo e si dicono concordi  e convergenti. Riscoprono l'acqua calda con le scelte sulle eterne  priorità :  lavoro, giovani , sanità ( non santità , i papi per adesso li lasciamo perdere )e bla bla bla. Sono noiosi e ripetitivi, non sanno dire altro se non quella strofetta imparata a memoria o qualche diritta in politichese.  Ed in tutto questo compaiono i  privilegiati al listino, le liste ed il nome del capoccia  anti IORIO. Sembra un'improvvisazione  ma condita con il quasi consenso popolare e fatta passare per la migliore con larga  partecipazione dove la vittoria dei tanti  è una chimera ma la rielezione dei soliti  una certezza.
Non è altro la solita zuppa di zucca dove le checocce son sempre checocce.
E' semplicemente l'uscita dei tizzoni dalle ceneri in cui hanno brigato e stretto alleanze di potere non di programma.
Lo scopo è sostituire non rinnovare.
La storia si ripete uguale da sempre.
Sarò monotono e catasfrofico ma il tempo sarà giudice delle mie parole.
Se non si avvereranno vuol dire, con mio sommo piacere,  che finalmente il servo ha osato alzare  la testa e comincia a guardarsi intorno e pensare.

Nessun commento: