giovedì 4 agosto 2011

Noi Ateniesi


Riceviamo e pubblichiamo
Gli Ateniesi di oggi (e noi saremo prossimi a venire) sono alle prese con problemi  "spiccioli" un po' più pressanti, ma 2500 anni fa...


"Qui ad Atene noi facciamo così.
Le leggi assicurano una giustizia eguale per tutti nelle loro dispute  private, ma noi non ignoriamo mai i meriti dell’ eccellenza.
Quando un cittadino si distingue, allora egli sarà, a preferenza di  altri, chiamato a servire lo Stato, come una ricompensa al merito, non  come un atto di privilegio.
La libertà di cui godiamo si estende anche alla vita quotidiana: siamo  liberi, liberi di vivere come ci piace, ma un cittadino ateniese non  trascura i pubblici affari quando attende alle proprie faccende private,  ma soprattutto non si occupa dei pubblici affari per risolvere le sue  questioni private.
Ci è stato insegnato di rispettare i magistrati e le leggi e di non  dimenticare mai che dobbiamo proteggere coloro che ricevono offesa.
Un uomo che non si interessa allo stato non lo consideriamo innocuo, ma  inutile.
Anche se pochi sono in grado di dar vita ad una politica, tutti  siamo in grado di giudicarla. Non consideriamo la discussione come un  ostacolo sulla via della democrazia. Crediamo che la felicità sia il  frutto della libertà, ma la libertà sia il solo il frutto del valore. Ogni ateniese cresce sviluppando in sé una felice versatilità, la  fiducia in se stesso, la prontezza a fronteggiare qualsiasi situazione  ed è per questo che la nostra città è aperta al mondo e noi non cacciamo  mai uno straniero. 
Qui ad Atene noi facciamo così".

Dal "Discorso agli Ateniesi" di Pericle, 461 a.C. sono passati quasi  2.500 anni, la società sarà di gran lunga più evoluta in campo  tecnologico e sanitario, ma in quello sociale e politico siamo molto, ma molto più avanti.
Grazie uomini politici siete lo specchio sputato di queste immagini logorate dal tempo.

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