martedì 21 giugno 2011

LE REGOLE PER LE PRIMARIE

Le primarie dovrebbero essere il punto di partenza e non di arrivo per scatenare e raccogliere l'entusiasmo popolare a partecipare,  a confrontarsi ed infine a scegliere in una disputa condotta in assoluta cavalleria l'elemento aggregante di quella forte spinta che viene dal basso. Se si guarda a questo fenomeno in detto modo nasce allora spontanea e naturale la necessità di autoeliminarsi sin dalla partenza di quegli elementi che risulterebbero di parte e non aggreganti. Essi si sono procurati ,e quindi si portano dietro con la loro storia e recente passato, un'avversione dichiarata di gruppi o parte della società civile che si è sempre rappresentata per idee e vocazione nel centrosinistra. Una vittoria alle primarie di questi elementi, liberi di partecipare, sarebbe solo un effimero o forse sostanzioso (scanno garantito nel parlamento regionale)  successo personale del medesimo e della lobby che lo appoggia ma lascerebbe scompattate le masse e  lontane dal  fronte unico trainante e, quindi, devastante.
Sarebbe l'ennesimo buco nell'acqua e Iorio ringrazierà e saprà premiare gli attori ed artefici di questo capolavoro.
Certo l'anarchia è l'estrema forma di democrazia: le regole non sarebbero necessarie in una società autogovernata ed autodisciplinata. Ma ahimè siamo lontani anni luce da questa forma di autogoverno e ,poi, in Italia siamo costretti a definire e scrivere anche le regole più elementari che governano qualunque competizione e forma associativa , figuriamoci le primarie.
Qualcuno obietterà che limitare significa troncare sul nascere la democrazia. Giusto se esiste la democrazia e non la furbizia del solito vicino. ( E' sempre il vicino il furbo, mai noi stessi!)
Infatti la domanda nasce spontanea.
-Perchè un personaggio, che nelle primarie precedenti della coalizione per la carica di sindaco non ci ha creduto e le ha snobbate e si è presentato come nominato e non scelto, ora vorrebbe partecipare? E' forse questione di dimensioni della poltrona?
-Perchè un amministratore, che terminato il suo travagliato mandato non è stato nemmeno preso in considerazione dal centrosinistra per una sua naturale ricandidatura, ora vuole correre alle primarie e si permette anche di bacchettare? Con quale partito? Come crede di aggregare ora quando ha solo distrutto nella parabola del suo potere?
-Perchè un uomo politico che ha militato, corso e vinto nel gruppo di potere di Michele Iorio o è stato gratificato dallo stesso con cariche di prestigio , ora vuole avversarlo? Come può essere creduto?
-Perchè un saltatore di quaglia deve partecipare? Vuole dimostrare che è diventato un'aquila?
Ecco perchè, a mio modesto avviso, occorrerebbe scrivere regole che dovrebbero limitare la partecipazione almeno di questi personaggi (sia ben chiaro non esiste nulla di personale) che partono già con profondi solchi nel popolo che dovrebbero rappresentare.
Sono le conversione in massa sulla strada di Damasco! E quelli che ricordano e non dimenticano sapranno accettarle?
Se si leggono gli articoli di opinionisti politici della nostra regione si vedono danzare solo questi nomi e non si ha il coraggio di dire apertamente che se sono solo loro è la nuova sconfitta annunziata. O forse voluta dai nostri grandi manovratori e ricercatori della sopravvivenza.
Se si lascia a questi soggetti la libertà di partecipare abbiamo stroncato sul nascere la voglia di riscatto e correre sulle ali del cambiamento del popolo molisano. Infatti spente le luci della competizione ognuno ritornerà nel proprio ovile con tutto il suo gruppo e la compattezza per la battaglia , a ramengo!
( Immaginiamo che Iorio convinca uno dei suoi a partecipare,ognuno può senza regole,  inscena con Lui delle scaramucce per gettare fumo negli occhi ai soliti e poi lo fa risultare vincitore. Il risultato è duplice : ha la vittoria assicurata e garantisce al suo sottoposto un posto da consigliere alla regione . E noi che volevamo combatterlo, al prossimo giro!)
E allora, che fare!
Semplice non abbandoniamo , non abbassiamo la guardia ed isoliamo e scartiamo questi nomi e facciamoli scegliere solo dalle lo truppe cammellate.
Puntiamo in alto con forza su quegli uomini che sicuramente ci saranno e che presenteranno una lettura trasparente della loro vita dominata ,essenzialmente, da coerenza, da impegni costanti di lavoro e da una continua lotta per l'affermazione delle idee condivise: solidarietà ,bene comune e dignità e la valorizzazione del lavoro .
Il vento della rinascita non cambierà direzione, come è stato suo solito, quando incontrerà il Molise.

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