Ha raccolto e schierato le sue truppe,
nuvole ,vento e freddo.
Ha suonato corni e trombe, ha ordinato
l'attacco ed ha scatenato l'inferno.
Ha mandato avanti le sue nuvole ,
avanzanti come truppe di terra lente ma dal passo inesorabile ed
hanno oscurato il cielo. Son arrivate gonfie come mammelle di mucca
padana da latte e scaricato dall'alto manti e manti di neve
candida. I fiocchi danzanti sonoplanati nell'aria, sono scesi
lentamente a folate continue ed hanno coperto ogni dove. Il tiro di
fuoco si è protratto senza interruzione di sorta per almeno 24 ore
. Poi ha inviato il vento, la cavalleria affiancante le armate, ed
ha squassato le terre sconvolgendo ed oscurando ammucchiando e
spazzando. Alla fine ha scagliato il freddo a stagnare una situazione
delirante.
E l'uomo?. Ha raccattato armi e bagagli
e si è arreso. Ha farneticato scuse e si è trincerato dietro alle
solite paroloni “ emergenza, emergenza” per nascondere la sua
inefficienza .
Ma quale uomo? Tutti gli uomini? O
forse solo quegli omuncoli generali in pectoris e non de facto,
mollicci occupanti una carica regalata e non conquistata.
Preoccupati più a lucidar medaglie, lustrare nastrini e contare
dobloni non hanno saputo prevedere gli attacchi di questo palese
nemico e si sono trastullati nel loro dolce far niente. Non si sono
preoccupati affatto di allestire le difese approntando gli
eserciti , armando le truppe ed affilando le armi.
Tutto il mondo sa di essere in guerra
dichiarata con lui, è il suo momento , il periodo ideale per i suoi
attacchi, poi tornerà a riposare. Importante è non risultare
impreparati. Le moderne tecniche ci permettono di individuare il
movimento delle sue truppe e prevederne le cariche . Si chiamano
previsioni meteorologiche, giunte ad un alto livello di conoscenze.
Tutti tranne l'Italia, noi siamo
sempre nel pallone dell'improvvisazione e rimaniamo meravigliati
quando l'inverno è inferno. Tutti stanno all'erta e pronti ad
affrontare e parare i suoi assalti.
Noi ,NO! Ci appelliamo
all'emergenza chiediamo il soccorso “
dell'esercito della
salvezza”.
I nostri comandanti pensano
spavaldamente di poter dominare gli eventi e continuano pacatamente
a dormire . Pensano sempre di essere nel mese di aprile
”
dolce dormire e gli alberi a fiorire” . Qualche caporale da
strapazzo ha confuso l'acqua con la neve , i millimetri con i
centimetri ed ha affrontato la battaglia da solo con
caschetto,cappelluccio, paraorecchiucce e badile in mano. E' il
solito scemo del villaggio diventato per magia il capo tribù .
E son
guai per la tribù.
In un esercito che si rispetti c'è sempre un
capo che coordina con i suoi generali un piano strategico di difesa o
di attacco. Le sue truppe schierate in campo sono guidate dai
centurioni informati collegati e preparati, anche Hitler nella sua
follia sapeva coordinare e comandare.
I nostri no! Non sono folli, ma
imbecilli.
Noi sul campo abbiamo tante truppe
inglobate in diverse legioni ognuna con il suo console ma, al solito,
manca il coordinamento tra esse per cui ognuna avanza a modo suo
incrociandosi, calpestandosi o ignorandosi. In breve esiste il
prefetto della provincia, il capo compartimentale della regione
dell'ANAS, il capo della struttura provinciale ed il Sindaco del
Comune. Ognuno ha la sua truppa, tranne il prefetto, con cui
controlla le strade di competenza, statali, provinciali, comunali ed
interpoderali. Il territorio e presidiato. Si aggiungano a questi
uomini e mezzi le forze preposte ed esistenti sul territorio per
vigilare l'ordine pubblico, PS. Carabinieri ,Finanza e Forestale e
quelle per intervenire e soccorrere , VVFF e protezione civile . A
ben guardare un esercito complesso schierato e pronto alla lotta ma
incapace al solito di andare compatto sotto un unico coordinamento.
E allora è successo il caos. Aggiungete a questo che alcuni
generali non hanno armato e revisionato in tempo i loro eserciti per
cui allo scoccare della battaglia non ci sono stati mezzi e uomini
adeguati e pronti . La mobilitazione è avvenuta con ritardo e si è
combattuto il nemico non con logica e razionalità ma con girate a
vuoto, perdita di tempo e spreco di risorse enorme .
I comuni non hanno predisposto un piano
neve ben congegnato , è prevalsa la solita burocrazia con
approvazione di copia e incolla.
Tanto non accade mai niente! Poi quando
accade , è emergenza!
Campobasso non è una città di mare o
di pianura ma di alta collina dove la neve è altamente probabile che
cada nell'inverno. Si sapeva benissimo con tanti giorni di
anticipo che nella nottata di venerdì 3 ci sarebbe stata una
violenta perturbazione con forti nevicate .
|
Domenica 5-o2 Corso V. Emanule CB |
Un buon Amministratore
sapendo della prossima battaglia annunciata come minimo avrebbe
dovuto mettere in atto il piano neve predisposto ( Nella certezza che
esisteva ed era adeguato!) e revisionare ed allertare la sua
armata “brancaleone” fatta di pochi mezzi comunali della “SEA”
( società municipalizzata) e tanti mezzi privati addetti allo
sgombero. Privati cittadini che impegnavano i loro mezzi agricoli e
edili, avvezzi al lavoro nei campi o alla movimentazione in cantieri
liberi. Ogni mezzo , trattore ,pala, bobcat, all'uopo predisposti con
la lama o benna apposita doveva immediatamente andare sul
territorio e vigilare la sua zona e tenerla sgombera. La neve è
caduta copiosa per un arco di 12-24 ore raggiungendo altezze del
metro per cui bastava essere presenti continuamente sul territorio,
con turni predisposti, girando e rigirando sulle strade assegnate.
Si era , in tal modo, nella capacità di evitare pericolosi accumuli
dato che cadevano al massimo 10-20 cm di neve ogni ora . Era almeno
possibile spazzare e tenere libera, almeno percorribile, la sede
stradale ed eventualmente alcuni marciapiedi. I mezzi schierati
dovevano sapere bene quali erano le aree dove predisporre l'accumulo
istantaneo per evitare ingombri ingestibili e presidiare e pulire le
aree strategiche della città : Scuole, Edifici pubblici, Caserme,
Ospedali, Centri commerciali e parcheggi. Inoltre si dovevano
predisporre immediatamente squadre di spalatori pronti ad operare per
le scalinate della città vecchia.
Niente! Organizzazione zero!
Mobilitazione all'alba quando la situazione era già ingestibile con
una coltre di circa 30-40 cm . Si sono trascurati i punti
strategici, i mezzi sono scoordinati ed impreparati. Gli accumuli
sui bordi son diventati a breve montagne non più gestibili ed alcune
arterie principali sono diventate semplici passaggi molto stretti:
senso unico alternato. Camminando per la città si sono incontrati
spesso i mezzi circolanti con le pale alzate quasi si rincorrevano e
si sovrapponevano lasciando scoperte alcune aree della città
preoccupandosi solo di alcune. Ma non quelle nevralgiche per la vita
operativa della città ma ,al solito come è pessima tradizione,
quelle del centro, anzi il suo corso principale Vittorio E. :Strada
anche a traffico limitato! E via con tre o quattro mezzi per pulire,
corso e marciapiedi: anche con la neve il campobassano passeggia!
Questa è stata la situazione a Campobasso , stendiamo un velo
pietoso su gli altri piccoli e medi comuni :tutti montani e non
marittimi. Impreparazione totale.
E l'informazione non a spronare ma a
magnificare ed esaltare lo stato eccezionale che ha colpito a
ferragosto un paese tropicale! In queste condizioni circolare era un
enigma per cui si sono chiuse tutte le attività pubbliche: scuole ed
uffici per circa otto giorni. Abbiamo come al solito dato un aiuto
all'economia in questa situazione difficile. Gli uffici pubblici
chiusi hanno rallentato ancora di più quella lenta burocrazia che
strozza impresa e cittadini.
Infine su tutto il territorio
appenninico della nostra regione le strade statali e provinciali si
sono bloccate nei loro punti critici : tornanti di Castelpetroso,
valico di Campolieto, salita a Campobasso dal bivio di
Guardiareggia, Trignina nel tratto di Pietraabbondante e lungo la
strada per Isernia e per Benevento.
Una baraonda infernale in un inverno
più eccezionale rispetto ad altri.
In tutta l'Europa è INVERNO , in
Italia è emergenza.
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