La sanità è diventata la santità del singolo dottore eroico o del modesto gruppo, il tutto a discapito del povero cittadino onesto e fiducioso a cui, a questo punto, non resta altro che sperare nella sua buona stella, anzi stellone. Contrapposto alla santità la normalità del furbone involpito nel marciume in cui si vegeta e si porcella. In Italia tutto ciò che sfiora la politica , figuriamoci quando ci affonda le mani, si immerdisce : poco importa la vita continua. L'indifferenza diventa apatia e domina, essa è avvalorata dalla ferma convinzione del singolo di avere sempre la chiave giusta per la soluzione dei propri problemi. Ma quando tocca la nostra salute allora son dolori in tutti i sensi.
I manager sanitari sono boccioli e frutti dell'albero contorto della politica e spesso affiliati o ex trombati. Essi dominano e si conservano perchè coadiuvati da tanti complici operativi sul campo. La nobile missione , sogno della nostra gioventù , è diventata di contro il business più appetito dai tanti avventurieri che osano ancora mettere il camicie bianco. Ormai il bianco è solo apparenza, è in disuso e tutto è sporco e lordo di gesta nobili.
Ogni cosa trasuda di approssimazione, incompetenze, familismo, amicismo: siam diventate le scimmie da vivisezionare per la ricerca e se si muore, poco importa, avanti un altra!.
Siamo meno della mobilia nobile dello studio del primario di turno!
Il pronto soccorso è diventato il "mutuo soccorso" cioè il primo ed unico punto in grado di dare aiuto al cittadino per risolvere le sue banalità quotidiane. Se sul territorio il cittadino è solo cosa deve fare per dare sollievo ai suoi acciacchi giornalieri? Semplice va al pronto soccorso.
Ormai le legende metropolitane raccontano in giro che la soluzione di un qualunque problema, di un dubbio di salute assillante o di una banalità è nell'andare al pronto soccorso dove si deve rappresentare la sceneggiata di dolore con lamenti,contorsioni,svenimenti per poter bypassare la fila, entrare ed essere ascoltato. D'altronde scusate ma se si ha un forte dolore , per esempio, ad una gamba dove si deve andare? Dallo specialista? E dove lo si trova? Dal mio segnatore di ricette? Certo! Si va, si fa la fila, si perde tempo e poi ... si ritorna lì : al pronto soccorso.
C'è una piccola differenza : ora non ci si va per scelta ma si è stati mandati.
Tutti vanno,ma i medici e infermieri sono in numero insufficienti e l'attesa è infernale. Allora ha ragione il cotechino verde : rafforziamo gli ambulatori sul territorio per fare un primo filtro oppure aumentiamo il personale. Ridiamo dignità e competenze a quei professionisti abbandonati sul territorio intenti solo ad essere degni emulatori dell'Albertone nostrano nel famoso film" il medico della mutua" , dove l'unico scopo era quello di racimolare assistiti per raggiungere il tetto massimo. Distogliamoli dalla loro routine e noia per cui sono diventati talmente bravi a scrivere solo ricette ,rimpizzarci di vagonate di medicine, di richieste di analisi e di visite specialistiche per cui difficilmente si schiodano dalla comoda poltrona quando ricevono per misurare una pressione o metterti un dito per palpare la prostata. Non hanno nemmeno più il famoso stetoscopio al collo e se per caso hanno un piccolo apparecchio infernale allora son patreterni e si paga,si paga ...si paga.
Hanno perso di vista il lavoro di equipe per cui poterli riportare nell'interno di gruppi operativi sarà difficile. Ma devono evolversi in tal senso perchè non ha ragione di esistere ancora il medico di base isolato con i suoi pazienti. Ormai la figura del medico di base deve fondersi nel componente di un equipe con buone conoscenze specialistiche operante in ambulatori attrezzati di tutto punto, almeno nell'essenzialità per un primo screening teso a rassicurare il cittadino, spesso malato immaginario e fifone. Nelle attrezzature si intende anche una rete telematica di tutto punto interconnessa con centri specialistici regionali. In tal modo non si perde di vista il rapporto fiduciario medico paziente ma si rafforza la possibilità di soddisfare le prime esigenze, anche banali, dello stesso paziente. Ambulatori , veri centri di medicina di base, in cui i medici dovranno assicurare un turno continuo di presidio di 24 ore su 24 senza più la povera guardia medica. Altra nota dolente e stonata, poverina costretta a dormire a pagamento fuori casa, probabilmnete in un paese sconosciuto. Gli ambulatori devono essere vincolati ad un consorzio di Comuni rispettando l'orografia del contesto e di conseguenza la comunicabilità tra essi e pretendere che il medico risieda, (per intenderci :stazioni, abiti, ci sia fisicamente) nell'area dei suoi assistiti. ( Potrebbe essere il primo passo)
Nei centri maggiori provvisti di ospedali con pronto soccorso oltre alla creazione di ambulatori ,distribuiti nel tessuto urbano, si rafforzerebbe anche il pronto soccorso con la presenza di tutti i medici di base. Si dovrà imporre,anche nella prospettiva di aggiornamento professionale, ai medici di base di presenziare almeno per 8 ore alla settimana ( con un turno di notte mensile) nella bolgia del pronto soccorso. Non sono preparati,si obietterà, pazienza col tempo impareranno e se proprio sono negati, faranno gli infermieri di turno! Infine tutti i medici dovranno svolgere un turno nei vari reparti ospedalieri come aggiornamento professionale, con ricaduta ottimale negli ambulatori.
Potrebbe essere il primo passo di una riforma sanitaria a costo zero con notevoli benefici per il cittadino dove si utilizzano appieno le tante professionalità, ora perse nei ricettari .( Gli ambulatori con le attrezzature sarebbero a carico dei signori medici)
Potrebbe essere l'inizio di rendere efficiente la sanità in questa grande Italia, dove esistono competenze supreme e prime al mondo.
Non interessano santità ma sanità efficiente con persone motivate ed amanti del loro lavoro nel rispetto dei malati e di se stessi.
Nessun commento:
Posta un commento