martedì 22 marzo 2011
L'urlo dei mediocri
Copre ed annienta il sospiro dei giusti.
Il mediocre ha bisogno di individuare come obbiettivo un elemento estraneo semplice ma ben definito per giustificare il suo operato e distogliere dalla sua incapacità. Ogni individuo di contro dovrebbe specificare il fine a cui tendere, indipendentemente da contrapposizioni e posizioni,e lottare per raggiungerlo mettendo in atto strategie e pensieri. Sarebbe un uomo modesto e semplice, arso da dubbi e desideroso di apprendere e di incontrare per confrontarsi , migliorarsi e migliorare. In apparenza titubante ed indeciso invece coscienzioso e sicuro perchè una scelta implica sempre ampi convincimenti interiori e valutazioni tra le infinite opzioni che la mente ricerca:conosce il proprio limite nell'immensità dello scibile. Il mediocre si è formato, oddio cresciuto senza accorgersene, in una visone ristretta per cui esiste sempre una ed una sola opzione ed opera solo in tal senso per cui se non la vede raffigurata in qualcosa di schematico è incapace di agire.
In una visione del genere chiunque si sente autorizzato a ritenersi il migliore, l'unico capace di guidare ed indicare e qualunque suo pensiero, oddio insieme semplicistico di parole, il verbo indiscusso.
Udite! Udite! Un semplice e sconosciuto partecipante ai triti e tristi simposi televisivi, il classico prescelto dal capo e portato in parlamento ( per dirla come i nostri commentatori politici un senatore PDL) si è permesso di dire, in merito ad un dibattito sul nucleare “ Ma Rubbia in fin dei conti non è esperto di nucleare” ! Stiamo parlando del grande fisico , ITALIANO Carlo Rubbia , insignito del Nobel che si era permesso di esprimere un dubbio sullo stato dell'arte raggiunto dalla scienza in merito alla fissione nucleare ed invitava ad una maggiore prudenza e scelte più sicure , scaturite da un contesto scientifico piuttosto che da altri. Rubbia era inesperto mentre Lui poteva tranquillamente esprimere le sue cazzate. Questo nasce dall'aver forgiato una mente con elementi minimi per cui un fisico, ( chissà cosa vuol dire e cosa studia! Forse si intende di materia! Bah !!) non capisce di nucleare mentre un politico e onnisciente.
Il PDL, tribù estesa a tutte le latitudini, nel nostro campo locale fa parlare sia il capo Grande Tuono ( Ulisse Di Giacomo) che il Piccolo Soffio (Claudio Pian) ed entrambi si ergono ad acuti osservatori della politica e sparano le loro sentenze attinenti alla loro logica elementare ,dominate e conformista.
L'uno giustifica Di Pietro nella diatribe delle candidature perchè ha almeno scelto il suo cavallo per la corsa provinciale. Questo scaturisce dal fatto consolidato che la sua mente piccina ritiene, senza mezzi termini, che è il mercante che deve scegliere la vacca alla fiera e non altri per cui il capo è sempre ed unico il capo e non deve subire condizionamenti.( Una volta si chiamavano consigli o scelte condivise.)
L'altro racconta la solita storiella che accade nella sinistra, identificazione e raffigurazione dell'avversario politico in una definita entità astratta priva di contenuti, e spara la sua dicendo “... non ha un leader” . Intende come tale un personaggio forte, indipendentemente dalle sua capacità ma solo dotato di verga di comando . Unico delegato per le decisioni senza che altri interferiscano. L'avversario ,identificato nel nome generico e generale, è raffigurato come una massa di pecore senza un pastore e non come elementi che esprimono idee e progetti non condivisibili. Si analizza il male del nostro Molise sempre nell'incapacità degli altri di rientrare nell'unico schema semplice dettato dalla loro logica :il capo, i prescelti, la massa ubbidiente . ( Iorio, la cerchia degli eletti, i molisani)
Nel nostro Molise per alcuni l'elemento-scopo è rappresentato dal Governatore Iorio per cui chiunque lo additi come causa di tutti i mali ( oddio non si hanno poi tutti i torti!) e quindi da battere, automaticamente si autocandita come paladino e difensore degli oppressi in nome dell'eguaglianza e del diritto. Indipendentemente se ne è capace e sa quale azione deve far seguire alle parole.
Di Pietro, uno dei tanti mercanti, fedele a questa logica nomina il suo prescelto e se il PD locale, altri mercanti, non sono d'accordo sulla vacca pretende dal segretario nazionale Bersani che il simbolo del PD sia accanto a quello suo. Ha già acquisito nella designazione Pingo e Pallino ( La lampadina ed il guerriero) due gruppi forti. ( Il Di Pietro urla e sbraita perchè si dice che, presumibilmente, ha barattato il suo accordo incondizionato al PD purchè gli lascino carta bianca nelle provinciali di Campobasso e al comune di Napoli, ed inoltre ha detto palesemente che nel Molise gli interessa solo sistemare il figlio. Si profila un altro pesce d'acqua dolce: la Carpa.)
Gli autoconvocati o forse gli esclusi dal banchetto del signore si muovono anch'essi in questa ottusità di pensiero per cui non sono sfiorati minimamente dall'idea di aprire finalmente ad un estraneo della cricca ( scusate dell'élite di pensiero) per dare inizio ad un nuovo corso. Tutti chiedono di cambiare mentre i pochi partoriranno il nome , scelto sempre dai pochi ma in nome di tutti e sempre tra i loro pochi. Non hanno il coraggio di indire libere primarie dove non si presenta il trombato di turno o l'uscente illuminato.
Un operazione inutile ma palcoscenico per qualcuno utile a racimolare punteggi nel vero concorso indetto per novembre alla regione: il posto dei nababbi.
Il merlo probabilmente ,o forse sicuramente dirà qualcuno, è il soltito mediocre ed anche idiota che urla alla luna, ma almeno ne è consapevole.
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