venerdì 27 novembre 2009

LO SCEMO DEL VILLAGGIO

Vive onestamnete,distaccato, deriso e trascurato. Sta sulla sua nuvola di principi e ideali : fuori dal mondo. E' il pollo da spennare, l'ingenuotto da raggirare il sempliciotto da illudere. Grandi parole lo stordiscono e lo fan pensare ed estasiato alza lo sguardo ma riabbassa la testa senza obiettare.
......Parlavi alla luna giocavi coi fiori
avevi l'età che non porta dolori
e il vento era un mago, la rugiada una dea,
nel bosco incantato di ogni tua idea......”
(LEGGENDA DI NATALE 68 F. De Andrè)
Nella nostra Italietta , nella commedia della vita il suo ruolo è stato assegnato al cittadino. Lavora senza lamentarsi, accetta i sacrifici in silenzio e spera sempre in domani luminosi.
Tutti i gaudenti ,i boriosi , i cinici e gli sprezzanti, lo strattonano, lo deridono ma all'occorrenza lo tirano in ballo lo invocano lo blandiscono.
I furbi diventati potenti lo palleggiano e gli sussurrano o gli sgridano parole difficili: Non han senso non perché il babbeo non comprende ma semplicemente perché chi le dice forse è davvero più scemo di quello che ascolta.
Il cittadino, componente del popolo sovrano,( tradotto : una banda di idioti) elegge il suo capo ed i suoi sottopancia e poi deve ritornare nel suo mondo di gnomi e folletti. ( Non deve chiudere gli occhi per immaginarli, se ha il coraggio basta aprirli per vederli) Il capoccia acquisisce l'investitura perenne del diritto di governare come gli pare e non esiste nessuno ostacolo, vincolo o ,tantomeno, dovere di rispettare le semplici norme che regolano la vita del villaggio. Se qualche insetto più intrapendente osa contraddirlo e chiedergli almeno di rispondere ad alcune domande subito si scatena il putiferio. ( Forse una volta i giudici avevano il diritto di farlo!)
Si sguinzagliano i mastini ed i cagnacci della proprietà, si mobilitano i tanti pennaioli al soldo, si affannano le moltitudini di buffoni ed dei pagliacci di corte e si schierano tutte le truppe della servitù. E' una perfetta macchina da guerra : azzanna, ipnotizza, intimorisce e frastorna il povero scemo. Lo tirano sempre per la giacchetta, non lo lasciao in pace e in suo nome si invocano i diritti divini, la martirizzazione del grande capo. All'opera , senza indugio, scibacchini, azzeccaarbugli e prestanomi si prodigano a scrivere leggi e papielli per salvaguardare e difendere lo sciocco da pericoli che nemmeno vede. Si martella da ogni dove che il capo poverino è ostaggio di uomini neri cattivi. Unico al mondo, anomalia Italiana! Ha avuto 120 o forse più mandati di cattura, pardon camparizioni: non se ne può più grida lo scemo, non del villaggio ma della banda.

Caro cittadino hai la giustizia troppo lunga , bene noi per te l'accorciamo anzi la eliminiamo. Perchè vuoi perdere tempo e denaro a chiedere giustizia contro un potente, candido ed incensurato? Non provarci nemmeno risparmierai due anni di salute . Oltre al danno la beffa . Lo scemo beve.

Tu ultimo ed inutile sei un birbante perché hai portato i pidocchi all'estero, pardon i capitali, noi magnanimi ti perdoniamo e ti diamo il permesso di riportarli. Lo scemo ringrazia.

Sei disoccupato senza un posto di lavoro, sei disperato perché non arrivi alla 4 settimana del mese o non parti proprio. Sappi che noi siamo solidali , comprendiamo e lavoriamo per te ma non possiamo fare niente perché abbiamo pochi denari e tanti debiti. ( I pochi spiccioli servono solo ad incrementare le rette ed i multiincarichi dei membri dei clan al potere). Consolati, gioisci e gonfia il petto con orgoglio perchè la tua grande Patria in Europa ha superato l'Inghilterra, è in ripresa più della Francia ed quasi allineata con la Germania , ha superato meglio la crisi ed ha la percentuale più bassa di disoccupazione. Non fare il disfattista e nutriti di pane, orgoglio nazionale e numeri . Se proprio non puoi arrangiati in nero, si chiude non uno ma tutti e due gli occhi. Lo scemo sventola la bandiera, canta il suo inno , osanna il Capo e dimentica i morsi dello stomaco.

Dal mondo, a volte, trapelano notizie di potenti che si dimettono. Lo scemo è subito felice perchè si accorge di non esere solo, ma poi si intristisce perchè osserva sconsolato che in ogni dove ci sono uomini cattivi che fan del male agli amici dei suoi benefattori.
Osserva nei momenti di pausa la scatola magica. Finalmente si realizza perché si confronta con i quiz dato che sono alla sua portata; si rilassa con i varietà e sbircia tutte quelle signorine nude; si commuove con tutte le storie di cuore, di povertà e di ingiustizia, parlano dello scemo accanto; si aggiorna dai telegiornali dei morti incidentati, sul lavoro ed ammazzati; ascolta i consigli di nani e ballerine, sono belle, brave e famose; infine una luce di speranza si accende nei suoi occhi : riconosce in tutti quegli uomini importanti in giacca e cravatta che parlano parlano parlano i suoi vecchi compagni di giochi. Lo scemo si inorgoglisce perchè quei compagni erano davvero i più scemi di ogni villaggio.
Lui guarda sempre la luna, se scompare forse si sveglierà.

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