domenica 16 gennaio 2011

Il MOLISE alla ribalta

Altra pagina di merito per il nostro Molise, veniamo citati con onore in un articolo del settimanale "espresso"  e siamo proiettati nella luce della ribalta nazionale.
SI RIPORTA L'ARTICOLO INTEGRALE

Parenti, parenti e ancora pa­renti. Tutti insieme appas­sionatamente negli uffici dell'Unimol, l'università del Molise fondata nel 1982.

Alla sede centrale di Campobasso, per dire, il direttore amministrativo vi­cario si chiama Valerio Barbieri ed è spo­sato con Maria Teresa De Blasis, respon­sabile della segreteria di presidenza a Legge. La quale, a sua volta, ha il fratel­lo Salvatore al settore sicurezza e pre­venzione. Intanto il cugino di Barbieri, Ottavio Cirnelli, è segretario ammini­strativo al dipartimento di Scienze eco­nomiche gestionali e sociali, mentre la moglie Silvana Rubbo si trova al settore previdenza.
Ed è appena l'inizio.
Gaeta­no Campidoglio, capo segreteria tecnica del coordinamento al rettorato, ha il fi­glio Andrea al settore servizi informati­ci, mentre il cognato Giuseppe Centillo lavora all'ufficio amministrativo del centro Unimol management.
Giovanni Lanza, responsabile dei servizi tecnici, ha per consorte Cinzia Dardone alla segreteria studenti.
Dopodichè, per chiudere alla grande, ecco riunita all'Unimol la famiglia di Fiore Carpenito: lui al settore del diritto allo stu­dio, la moglie Maria Di Camillo alla segreteria di Agraria, il figlio Felicino alla biblioteca di Iser­iia, e la nipote Assunta Di Ca­nino alla segreteria studenti.

Doveroso, visto l'elenco, è chie­dere al rettore Giovanni Cannata come sia cresciuto questo reticolo fa­miliare. E la risposta è tra il seccato e il romantico: «Tutta ciò non mi stupisce e non mi turba», spiega, «molte persone lavorano insieme, hanno l'opportunita di conoscersi, e quindi stabiliscono rela­zioni...». No problem, in altre parole. «Niente è avvenuto fuori dalle norme», assicura Cannata; e poi «i fondamentali di quest'ateneo sono solidi» aggiunge. Il che sara certamente vero, commenta­no al ministero dell'Istruzione, ma resta il dato che Unimol e soltanto «al qua­rantacinquesimo posto tra gli atenei vir­tuosi catalogati dall'Anvur (Agenzia na­zionale di valutazione del sistema universitario e ricera)». Di più la "Grande guida al­l'universita 2010­-2011" del quotidia­no "la Repubblica", riserva a Unimol il nono posto sui nove atenei italiani che hanno meno di 10 mi­la iscritti. Per non parlare dell'analisi pubblicata a luglio 2009 dal "Sole 24 ore", secondo cui i1 16,5 per cento degli allievi Unimol «non ottiene crediti in un anno», mentre un migliorabile 14,5 si laurea nei tempi previsti.
«L'università piu pazza del mondo», l'ha ribattezzata esa­gerando qualche studente. Ma an­che il senatore Giuseppe Astore, oggi gruppo misto ed ex Italia dei va­lori, ha le sue perplessità.
«Cannata è in carica dal 1995, sta svolgendo il sesto mandato, e ha in­detto di colpo le ultime elezioni a rettore il18 marzo 2010, mentre in Parlamento si discuteva la riforma Gelmini con il li­mite di due mandati proprio per i rettori. Il 6 maggio successivo, Astore ha se­gnalato il fatto in un'interpellanza parla­mentare, citando «l'inopportunita di indire elezioni improvvise in vista di dispo­sizioni che, qualora approvate» avrebbe­ro rinnovato «radicalmente l'assetto di governo delle universita». Ma nessuno gli ha ancora risposto. «Come nessuno», rilancia, «vuole toccare un altro punto dolente dell'Unimol: la proliferazione delle docenze esterne».
Una voce, quella dei profes­sori a contratto, che nel 2007 è costata all'ateneo 1 milione 258 mila euro, nel 2008 , 967 mila euro e nel 2009 altri 848 mila. «Fenomeno fisiologi­co », lo considera Cannata, «frutto anche del blocco delle assunzioni». E ha ragione, in questo senso. Ma c'e un al­tro aspetto da considerare, gia individuate nel 2007 dal­l'ordinario all'Unimol di Chimica fisica Andrea CEGLIE «Prendere a prestito docenti dall'esterno, dalle pro­fessioni, dalle arti e mestieri per attivare nuovi corsi, snatura l'insegnamento universitario», scriveva candidandosi (sen­za successo) a rettore. E soprattutto, «condanna l'istituzione a un declassa­mento inevitabile».
Frasi profetiche, secondo la Flc-Cgil: «Nel tempo», racconta it sindacalista Paolo De Socio, «si è creata all'Università del Moli­se una ragnatela di contratti esterni che spazia dalla politica al giornalismo, dalla magistratura alla medicina ». Spiccano, tra i tanti nomi, quelli di Nicola D'Ange­lo e Giovanna Rosa Immacolata Di Petti, magistrati a Campobasso. C'è Rossana Ie­sulauro, presidente facente funzioni della Corte d'appello locale. Si trova, in questa lista disponibile sul sito Unimol, Giorgio Giaccardi, presidente del Tar molisano.
 E con lui vantano docenze esterne Antonio Di Brino, sindaco Pdl di Termoli, il diret­tore di Telemolise Manuela Petescia (mo­glie del senatore Pdl Ulisse Di Giacomo), i giornalisti Rai Pasquale Rotunno e Mario Prignano, la dirigente dei rapporti istitu­zionali per la region Molise Alberta De Lisio (sposata con Carlo Alberti Manfre­di Selvaggi, capo dipartimento per gli Affari regionali alla presidenza del Consiglio dei ministri, anch'egli docente esterno). Senza dimenticare Marco Tagliaferri, che oltre a essere un medico ha contribuito alla realizzazione di Progetto Molise: «Una lista vicina al governatore Michele Iorio, cioe allo sponsor storico del rettore Can­nata», sottolinea Vinicio D'Ambrosio, autore del best seller regionale "Il regno del Molise".
Perplessi, gli studenti dell'Unimol chie­dono «ua gestione pin condivisa e de­mocratica dell'ateneo». E della stessa opinion a il professor Ceglie, it quale boccia anche la composizione del Senato accademico, «esteso ai soli direttori di dipartimento e presidi di facoltà, sen­za rappresentanza elettiva di professori associati o ricercatori, e tantomeno de­gli studenti e del personale tecnico am­ministrativo». Una struttura, spiega De Socio di Flc-Cgil, oche la scorsa estate ha approvato, senza un vero dibattito, it progetto della Federazione pugliese-­molisano-lucana».
Ottima idea, il matrimonio dell'Unimol con il politecnico di Bari e l'ateneo del Sa­lento, ma ancora da monitorare sui tem­pi operativi. Lo stesso Cannata parla di «un percorso di avvicinamento». Anzi, di «un cantiere aperto.. Insomma: «Non e come una frittata, che si sbatte l'uovo e si mette in padella...». Ecco perche, «spe­rando di recuperare qualche posizione nella classifica Anvur», molti suoi colle­ghi incrociano le dita.
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Gli amici che tacciono sono forse impossibilitati dai bocconi che gli riempiono la bocca, beccati in questa abbuffata.

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