sabato 3 dicembre 2011

CAMBIARE POCO PER NON CAMBIARE NULLA

Il sonno, un lungo sonno è questo quello che il Molisani vogliono, ed essi odieranno sempre chiunque vorrà svegliarli sia pure per portare loro i più meravigliosi doni “
In questa frase celebre di Don Fabrizio,  Principe di Salina nel Gattopardo di G. Tomasi di LAMPEDUSA ( era riferita ai siciliani),   è racchiusa tutta la verità e va oltre ogni possibile e credibile analisi politica sulle nostre ultime elezioni regionali. Ma , per onore di precisione, si deve intendere Molise e non molisani, perché quei Molisani , figli di questa regione sdraricati dalle loro radici e costretti ad essere fuori dalla sua aria e dal suo torpore sin dalla giovane età dei loro 18 anni , si sono svegliati altrove . Essi si sono scrollati di dosso quella crosta pesante, ammaliante ed opprimente i loro padri e conterranei. I molisani nel Molise sono prigionieri di se stessi. Di contro i figli sfuggiti non torneranno e creeranno un vuoto incolmabile nei cuori dei padri . Si  impoverirà  ancora  di più questa terra. Prima i molisani emigravano ed erano prigionieri di un sogno, quello di tornare nel proprio paese ed anche di un incubo , quello che vedevano ,vedono e vedranno ogni mattina quando aprono gli occhi e per loro incomincia un altro giorno uguale agli altri, di attesa e senza speranza.
Il sultano Mustafà Michellud Al Iorine, sul trono in questa sputazza di terra dalla notte dei tempi, è il sommo artefice di queste dipartite dolorose. Questi abbandoni  incrementano la desertificazione culturale e bloccano il naturale cammino del progresso e dello sviluppo e di contro la scrematura e crescita di servi legati al potere. I servi seguiteranno a comportarsi come asini , pronti a farsi legare dove si decide per loro e non trotteranno mai come cavalli.
In questo scenario desolante Mister Clap-Clap Forbci DORIO,( Titolo acquisito, a pieno diritto, nel suo ultimo periodo del quinquennio passato) è stato riconfermato sullo scranno di comando dai suoi sudditi dormienti ed ha nominato subito la nuova giunta. Sul trono si era depositato un po' di polvere per risolvere alcune quisquille di democrazia sulla validità del voto. ( Si spera in un percorso breve e la giustizia renda onore ai cittadini di questa regione annullando le elezioni).  Oggi, poi, i compari della massaria dominante si sono riuniti e si sono spartite le mangiatoie e i trocoli restanti occupando tutte le posizioni possibili ed hanno anche capato i membri della massaria dirimpettaia. ( 1 presidente del consiglio: Pietracupa , 2 vicepresidenti : Marinelli, 1 segretario De Bernardo e 4 presidenti di commissioni ,Niro,Tamburro,Cavaliere ,Romagnuolo, che aggiunti ai 6 della giunta fanno 14 con doppia indennità). Le votazioni del 5 Dicembre, 1° riunione del nuovo consiglio, saranno una farsa democratica perchè non si voterà ma si ratificherà. Ormai il porcellum domina.
Per la formazione della giunta, il governo del Molise ,( che parolona grossa per i nostri) niente di nuovo sotto il solo si pesca e ripesca sempre nel solito recinto ristretto.
Si invertono i ruoli si cambiano le seggie, ma le figurine son sempre le stesse del vecchio album, ormai ingiallito dal tempo : Forbice Dorio, Velardi, Fusco P., Vitagliano, Chieffo, Di Sandro e la new entry Scasserra. Tutti hanno girato negli ultimi 10 anni sulle varie seggie acquisendo clienti e paggetti e formandosi il di dietro adattandolo ad ogni seduta.
La media della giunta è di 60 anni con punte di anzianità in Velardi di 72 anni e di giovinezza in Scasserra ( 42 anni abbassa notevolmente la media)
Se analizziamo i grandi uomini politici che hanno guidato questo Molise negli ultimi 10 anni si notano sempre le stesse facce solo appesantite dagli anni dal dare e cercare voti. I risultati conseguiti sono il segnale evidente e palpabile del loro operato ed in essi si rispecchiano, brillano e si riconfermano le loro competenze e grandezze. La nostra è una Regione gioiello, di disoccupazione, malasanità, tasso di emigrazione, fuga dei cervelli e decadenza, con sviluppo e progresso sempre al passo indietro a rincorrere il resto dell'Italia e forse in avanti rispetto ai popoli dei balcani e del continente africano. In questa terra l'apatia è talmente elevata che non si crea nemmeno il dubbio non di stravolgere ma di dare la sensazione di voler cambiare. Lo stato di povertà materiale e di cieca miseria morale in cui giace il Molise è  tale per cui il molisano è stanco, svuotato, sfinito. Gli uomini onesti si ritirano e la strada rimane libera per gli uomini senza scrupoli e senza prospettive.
Quali prospettive ?
Nel Molise siamo capaci anche di stravolgere i detti: "CAMBIARE TUTTO PER NON CAMBIARE NULLA”.

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