domenica 4 dicembre 2011

I COLLEZIONISTI DI BENI PUBBLICI

Il collezionismo è un arte che prende ed appassiona l'individuo e spesso risveglia in lui desideri nascosti ed ansie represse. Ognuno si ricava il suo cantuccio personale ed in esso si rifugia e nasconde e raccoglie le cose più disparate: gira ,osserva , cataloga e raggruppa.  In Italia da molti anni invece corre l'obbligo di collezionare non solo cose e beni pubblici, ma anche poltrone e posti di comando. Il collezionare implica il possesso del bene agognato e pertanto si cerca di soddisfare in tutti i modi questo desiderio e di venirne in possesso. Questo impadronirsi del bene non implica necessariamente un reato perchè lo si fa solo per arricchire e soddisfare il proprio Io e non a scopo di lucro al fine di accrescere il patrimonio personale con evidenti vantaggi per sè. 
Si inizia la corsa, anzi è partita dalla notte dei tempi e non si è mai fermata, ad accaparrarsi con ogni mezzo il bene pubblico: la fontana, la panchina,la macchina, la casa ,il denaro, la carica, la consulenza, il posto e qualunque cosa capiti a tiro, basta che appartiene a tutti e quindi  non ha proprietario.  E' una sensazione di potere e di libertà assoluta acquisire qualcosa comprata con i contributi della collettività ma che sembra non appartenere a nessuno e quindi libera sul mercato. 
Inoltre nessuno mai ne richiede la restituzione, perchè spesso chi dovrebbe e lo stesso collezionista. Ogni cittadino che si rispetti  si sente autorizzato a collezionare e sottrarre beni alla  collettività in ogni ambito e nel suo entourage. Ogni nuova legge apre spazi immensi di manovra per collezionare carta moneta e le persone intelligenti ( viste nelle loro ottica, ma delinquenti per la società civili)  sanno subito occuparli per soddisfare questa loro passione di raccattare. 
E' diventata una mania per cui si cercano tante banconote con la scusa di individuare il numero di serie particolare, la piccola macchia, la frase scritta, si accumulano cariche ed incarichi per sentirsi superiori nei circoli che contano.
 E si cerca si cerca si cerca, poverini diventa quasi faticoso collezionare. 
Un intervento pubblico qualsiasi: A sinistra maggio 2010 a destra agosto 2010 dopo il passaggio del collezionista di panchine.
Il povero cristo si impossessa della panchina, del lampione, della caditoia stradale, del piccolo oggetto materiale. Un gradino più sù il colletto bianco si porta a casa, con piacere , il computer, la scrivania, la benzina per la macchina e cerca di fare incetta di banconote da 10 e 20 € scambiandole con la licenza, l'autorizzazione, il permesso, la fila mancata, il modulo riempito, il verbale non pagato. Il gradino successivo è più aristocratico e chic cominciamo ad essere nella politica che conta e nelle  sfere dirigenziali e si comincia a parlare non di banconota ma di mazzette e nelle pezzature da 50 e 100, di case, di motoscafi , barchette, di auto, di vacanze a Rimini. L'ultimo livello , assessori, sindaci, governatori, ministri e alti manager, si interessa di auto sportive,( Ferrari, masersati, porche) ville, appartamenti vista Colosseo o in resort caraibici, di escort di alto bordo, di valige di banconote da 500€, di bonifici su conti esteri.
Siamo tutti collezionisti e nessuno ladro.
Fermiamo questa corsa alla rovina per tutti ed arricchimento per pochi. E' l'imbarbarimento della nazione. Chiediamo pene severissime per chi colleziona “res pubblica”. Non galera perchè non dobbiamo offrire anche vitto e alloggio gratis a questi Signori. Una volta colto con le dita nella marmellata, deve essere processato per direttissima e già al I° grado di giudizio deve restituire subito tutto il collezionato sino all'ultimo penny in ragione del doppio del valore. Se risulta nullatenente, nessun problema lo prendiamo dai parenti stretti e lo mandiamo ad accattonare in mutande sotto i ponti ed appena elemosina un cent glie lo strappiamo e lo scaliamo dal debito. Interessa recuperare che dare anni di galera condizionati, arresti domicilairi: attualmente gli anni passano ma il malloppo resta.
E' un'indecenza solo italica dimettere un ladro o presunto tale, un farabutto, un corrotto dalla sua carica pubblica e poi dargli la buonuscita miliardaria. Poco manca che gli chiediamo scusa. Che senso ha indagare sul manager depravato e poi liquidarlo con milioni di euro e forse poi scoprire che ne deve restituire altrettanti. Scacciamolo fuori a pedate, lo interdiciamo perennemente dai pubblici uffici ( comprese le cariche politiche istituzionali ) e chiediamo immediatamente il rimborso del doppio del valore sottratto o regalato ad amici e compari. Deve essere versato sull'unghia. Chi ruba il pubblico deve sapere che sarà ridotto sul lastrico lui e la sua famiglia. Vediamo poi chi colleziona i beni della collettività.

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