martedì 14 febbraio 2012

IL GENERALE INVERNO

Ha raccolto e schierato le sue truppe, nuvole ,vento e freddo.
Ha suonato corni e trombe, ha ordinato l'attacco ed ha scatenato l'inferno.
Ha mandato avanti le sue nuvole , avanzanti come truppe di terra lente ma dal passo inesorabile ed hanno oscurato il cielo. Son arrivate gonfie come mammelle di mucca padana da latte e scaricato dall'alto manti e manti di neve candida. I fiocchi danzanti sonoplanati nell'aria, sono scesi lentamente a folate continue ed hanno coperto ogni dove. Il tiro di fuoco si è protratto senza interruzione di sorta per almeno 24 ore . Poi ha inviato il vento, la cavalleria affiancante le armate, ed ha squassato le terre sconvolgendo ed oscurando ammucchiando e spazzando. Alla fine ha scagliato il freddo a stagnare una situazione delirante.
E l'uomo?. Ha raccattato armi e bagagli e si è arreso. Ha farneticato scuse e si è trincerato dietro alle solite paroloni “ emergenza, emergenza” per nascondere la sua inefficienza .
Ma quale uomo? Tutti gli uomini? O forse solo quegli omuncoli generali in pectoris e non de facto, mollicci occupanti una carica regalata e non conquistata. Preoccupati più a lucidar medaglie, lustrare nastrini e contare dobloni non hanno saputo prevedere gli attacchi di questo palese nemico e si sono trastullati nel loro dolce far niente. Non si sono preoccupati affatto di allestire le difese approntando gli eserciti , armando le truppe ed affilando le armi.
Tutto il mondo sa di essere in guerra dichiarata con lui, è il suo momento , il periodo ideale per i suoi attacchi, poi tornerà a riposare. Importante è non risultare impreparati. Le moderne tecniche ci permettono di individuare il movimento delle sue truppe e prevederne le cariche . Si chiamano previsioni meteorologiche, giunte ad un alto livello di conoscenze.
Tutti tranne l'Italia, noi siamo sempre nel pallone dell'improvvisazione e rimaniamo meravigliati quando l'inverno è inferno. Tutti stanno all'erta e pronti ad affrontare e parare i suoi assalti.
Noi ,NO! Ci appelliamo all'emergenza chiediamo il soccorso “dell'esercito della salvezza”.
I nostri comandanti pensano spavaldamente di poter dominare gli eventi e continuano pacatamente a dormire . Pensano sempre di essere nel mese di aprile” dolce dormire e gli alberi a fiorire” . Qualche caporale da strapazzo ha confuso l'acqua con la neve , i millimetri con i centimetri ed ha affrontato la battaglia da solo con caschetto,cappelluccio, paraorecchiucce e badile in mano. E' il solito scemo del villaggio diventato per magia il capo tribù .
E son guai per la tribù.
In un esercito che si rispetti c'è sempre un capo che coordina con i suoi generali un piano strategico di difesa o di attacco. Le sue truppe schierate in campo sono guidate dai centurioni informati collegati e preparati, anche Hitler nella sua follia sapeva coordinare e comandare.
I nostri no! Non sono folli, ma imbecilli.
Noi sul campo abbiamo tante truppe inglobate in diverse legioni ognuna con il suo console ma, al solito, manca il coordinamento tra esse per cui ognuna avanza a modo suo incrociandosi, calpestandosi o ignorandosi. In breve esiste il prefetto della provincia, il capo compartimentale della regione dell'ANAS, il capo della struttura provinciale ed il Sindaco del Comune. Ognuno ha la sua truppa, tranne il prefetto, con cui controlla le strade di competenza, statali, provinciali, comunali ed interpoderali. Il territorio e presidiato. Si aggiungano a questi uomini e mezzi le forze preposte ed esistenti sul territorio per vigilare l'ordine pubblico, PS. Carabinieri ,Finanza e Forestale e quelle per intervenire e soccorrere , VVFF e protezione civile . A ben guardare un esercito complesso schierato e pronto alla lotta ma incapace al solito di andare compatto sotto un unico coordinamento. E allora è successo il caos. Aggiungete a questo che alcuni generali non hanno armato e revisionato in tempo i loro eserciti per cui allo scoccare della battaglia non ci sono stati mezzi e uomini adeguati e pronti . La mobilitazione è avvenuta con ritardo e si è combattuto il nemico non con logica e razionalità ma con girate a vuoto, perdita di tempo e spreco di risorse enorme .
I comuni non hanno predisposto un piano neve ben congegnato , è prevalsa la solita burocrazia con approvazione di copia e incolla.
Tanto non accade mai niente! Poi quando accade , è emergenza!
Campobasso non è una città di mare o di pianura ma di alta collina dove la neve è altamente probabile che cada nell'inverno. Si sapeva benissimo con tanti giorni di anticipo che nella nottata di venerdì 3 ci sarebbe stata una violenta perturbazione con forti nevicate .
Domenica 5-o2 Corso V. Emanule CB
 Un buon Amministratore sapendo della prossima battaglia annunciata come minimo avrebbe dovuto mettere in atto il piano neve predisposto ( Nella certezza che esisteva ed era adeguato!) e revisionare ed allertare la sua armata “brancaleone” fatta di pochi mezzi comunali della “SEA” ( società municipalizzata) e tanti mezzi privati addetti allo sgombero. Privati cittadini che impegnavano i loro mezzi agricoli e edili, avvezzi al lavoro nei campi o alla movimentazione in cantieri liberi. Ogni mezzo , trattore ,pala, bobcat, all'uopo predisposti con la lama o benna apposita doveva immediatamente andare sul territorio e vigilare la sua zona e tenerla sgombera. La neve è caduta copiosa per un arco di 12-24 ore raggiungendo altezze del metro per cui bastava essere presenti continuamente sul territorio, con turni predisposti, girando e rigirando sulle strade assegnate. Si era , in tal modo, nella capacità di evitare pericolosi accumuli dato che cadevano al massimo 10-20 cm di neve ogni ora . Era almeno possibile spazzare e tenere libera, almeno percorribile, la sede stradale ed eventualmente alcuni marciapiedi. I mezzi schierati dovevano sapere bene quali erano le aree dove predisporre l'accumulo istantaneo per evitare ingombri ingestibili e presidiare e pulire le aree strategiche della città : Scuole, Edifici pubblici, Caserme, Ospedali, Centri commerciali e parcheggi. Inoltre si dovevano predisporre immediatamente squadre di spalatori pronti ad operare per le scalinate della città vecchia.
Niente! Organizzazione zero! Mobilitazione all'alba quando la situazione era già ingestibile con una coltre di circa 30-40 cm . Si sono trascurati i punti strategici, i mezzi sono scoordinati ed impreparati. Gli accumuli sui bordi son diventati a breve montagne non più gestibili ed alcune arterie principali sono diventate semplici passaggi molto stretti: senso unico alternato. Camminando per la città si sono incontrati spesso i mezzi circolanti con le pale alzate quasi si rincorrevano e si sovrapponevano lasciando scoperte alcune aree della città preoccupandosi solo di alcune. Ma non quelle nevralgiche per la vita operativa della città ma ,al solito come è pessima tradizione, quelle del centro, anzi il suo corso principale Vittorio E. :Strada anche a traffico limitato! E via con tre o quattro mezzi per pulire, corso e marciapiedi: anche con la neve il campobassano passeggia! Questa è stata la situazione a Campobasso , stendiamo un velo pietoso su gli altri piccoli e medi comuni :tutti montani e non marittimi. Impreparazione totale.
E l'informazione non a spronare ma a magnificare ed esaltare lo stato eccezionale che ha colpito a ferragosto un paese tropicale! In queste condizioni circolare era un enigma per cui si sono chiuse tutte le attività pubbliche: scuole ed uffici per circa otto giorni. Abbiamo come al solito dato un aiuto all'economia in questa situazione difficile. Gli uffici pubblici chiusi hanno rallentato ancora di più quella lenta burocrazia che strozza impresa e cittadini.
Infine su tutto il territorio appenninico della nostra regione le strade statali e provinciali si sono bloccate nei loro punti critici : tornanti di Castelpetroso, valico di Campolieto, salita a Campobasso dal bivio di Guardiareggia, Trignina nel tratto di Pietraabbondante e lungo la strada per Isernia e per Benevento.
Una baraonda infernale in un inverno più eccezionale rispetto ad altri.
In tutta l'Europa è INVERNO , in Italia è emergenza.

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