domenica 30 ottobre 2011

LA CERA SI SQUAGLIA E LA PROCLAMAZIONE NON CAMMINA

Siamo prossimi all' occorrenza della festa in onore dei cari estinti . Tradizione vuole che i vivi rivisitano i luoghi dei ricordi dove riposano i nostri avi. Si portano i fiori e principalmente si accendono i lumini di cera. Quest'anno la vendita delle piccole fiammelle va avanti alla grande ed , a dire il vero, si trova difficoltà nella reperibilità della merce. Esiste una richiesta enorme rispetto agli anni procedenti. 
Ma perchè mica siamo di fronte ad una strage, una catastrofe con un numero spropositato di morti ? 
( Oddio , in questo paese approssimato e facilone morti per caso ce ne sono tanti, ma non da ecatombe!)
 E allora! Semplice!
 E' finito da poco il concorso per nababbi alla regione Molise e si aspetta con trepidazione la proclamazione degli eletti. Son sospesi una quarantina di partecipanti  in modo diretto e tanti sottoposti dell'indotto. Molti posti per la truppa sono ancora indecisi e sono traballanti. I concorsari di riempimento sperano di occuparli, chi fidando nella scoperta di qualche errore tale da anteporli agli amici che li precedono, chi pregando affinchè non emergano segnali correttivi tali da spingerli indietro nella graduatoria. Di contro, le primizie della classe, pardon i primi della politica sono in intrepida attesa con sentimenti opposti nei due schieramenti , chi nella certezza chi nell'illusione di risultare la banda vincente . Questo trionfo permette di ricoprire le alte sfere del comando, con conseguenze ed onori immaginabili . 
Nell'attesa per scaramanzia non si parla né ci si mostra in giro. Tutto tace e nessuno si vede. 
Una sola cosa tutti fanno: accendono la candela alla Madonna. 
Una per modo di dire, tante ma tante ma proprie tante. Nessuno si tira indietro nel rispetto della consuetudine che vuole San Gennaro accondiscendente ma a patto che si chiede. Si prendono d'assalto i rivenditori e si riempiono chiese, santuari e conventi di ceri, lumini, cerogeni e candele. Ogni elemento che brucia in onore del santo va bene, anzi dei santi per non creare mancanze pericolose. Sono pure fortunati, si avvicina il 1 novembre, festa di tutti i santi, e quindi i tanti lumicini accesi vanno in onore ed in gloria di Tutti, proprio Tutti. Più luci risplendono e maggiore è la possibilità creduta di mettersi in mostra in prima fila dinanzi ai Santi e di essere ascoltati . I giorni passano, il fuoco rimane perennemente accesso e la cera si squaglia. Espande nell'aria il suo lezzo e comincia a nauseare gli estranei a questo rito. 
Il nervosismo sale, le poltrone son vuote e gli affari sfumano.
 L'orso con gli energumeni e con gli azzecagarburgli vigila e minaccia. La posta in gioco è troppo alta.
I problemi reali non interessano a nessuno, le promesse fatte , poi si vedrà. La riduzione dell'indennità ad un valore equo per un servizio reso e non per un privilegio, una bestemmia:
 Intanto, non va trascurato, che i primi della classe di entrambe le masserie ( alcuni le chiamano destra e sinistra ) hanno già proceduto agli adempimenti di rito in onore della loro certezza di esserci sicuri per i prossimi cinque anni. Hanno conquistato o riconquistato l'agognato posto al sole. Non si lavora, si mangia, si abbuffa e si accumulano anche i soldi per la vecchiaia. Altro che formiche, super cicale!
 Educazione vuole, conforme alla pessima tradizione di queste terre, di sdebitarsi una volta per tutte per il voto ricevuto ringraziando per iscritto ed offrendo la “cerimonia” a parenti ed amici. Ed allora si regalano al popolo, è troppo oneroso al singolo di cui si conosce nome cognome e residenza ( alla faccia della segretezza del voto!!) carte colorate colme di grazie grazie e grazie e belle strombate di rito. E si organizzano feste di gran gala in noti ritrovi del territorio. Tanto i soldi non solo loro ma di noi poveri fessi che lavoriamo e li manteniamo . Adda finì a nuttata!   

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