domenica 28 marzo 2010

Deliri di una notte di fine marzo

Il sonno al solito abbandona e la mente vaga nel buio nebuloso dei pensieri. Vola verso abissi profondi ,strade incerte, meandri intricati : medita e fantastica. Crea itinerari, li cambia e li distrugge in un gioco divertito di sensazioni di impressioni e colori.
Domani si vota , e a rifrega dirà qualcuno sempre la solita solfa mai che si parli di altro. Si è restati indietro legati al solito filo mentre il paese si evolve.  I tgì privati e pubblici parlano di tante simpatiche curiosità, di un solo uomo,( non pensate a Coppi scolpito nella memorabile frase “un solo uomo al comando”), di gente felice e sorridente. I  programmi TV sono allegri e spensierati ed esondano cultura. O forse chiaccherecci!  Sabato sera nel programma del sorridente perenne il concorrente non solo non conosceva Edmondo De Amicis ma non sapeva il significato della parola "omonimo" per cui ha risposto che il signore fabbricava sciacquoni. Chissà se sapeva cos'erano? Non e dato di sapere!
Si va al seggio in tredici regioni per cui, tolta la Sicilia ( circa 5,5 milioni di abitanti), si vota in Italia. Mancano all'appello  le due sputazze Molise e Valle D'Aosta (450 mila abitanti in due) e Friuli, Trentino, Abruzzi e Sardegna ( circa 5,2 milioni di abitanti in 4).  Si decide la sorte del paese dove, per dirla con il personaggio di A. Albanese “ abbiamo superato la crisi è siamo piombati nella miseria “. A livello nazionale l'irrequieto,capriccioso e nervoso sultanano si gioca l'apoteosi o l'inizio della sua fine. Dipende da che tempo che fa e non da percorsi progettuali condivisibili : solo stronzate. Risponderà al suo appello il popolo di “amici” “dell'isola dei Famosi, “delle telenovelas” “di domenica in” “dei fan di Pupo e dello svizzero” e di tante pizze e pizzette? Probabilmente sì! 
Nel piccolo per copiare il grande anche nel nostro minuscolo maccaturo di terra il porcellino Mustafà si gioca a Termoli la sua definitiva consacrazione a capo dell'intera porcilaia o l'inizio della sua fine verso la lenta e naturale esposizione davanti ad una macelleria. Simpatico con le sue picozze rubiconde, il ciuffetto a spirale ed il nasino tondeggiante da perfetto maialino in una rappresentazione fumettistica.
Che guaio invece per i poveri molisani : è pur sempre un porcello nella cruda realtà!
Il suo cammello del mare scalcia, sbuffa e scalpita temendo di deludere il padrone e di di tornare nella stalla abbandonato a pane e acqua salata. Teme la rivolta dei benpensanti, dei collettori bianchi , pardon colletti dato che i collettori in idraulica raccolgono merda mentre in politica denari e mazzette. Questa schiera selezionata appoggerebbe i suoi candidati , sparsi nelle infinite liste di appoggio, ma utilizzerebbe il voto incrociato per gratificare il loro referente, creatore, padrone e signore delle loro fortune. Ei fu. Inoltre teme i lavoratori che in una bolgia di nomi voterebbero il parente suo candidato ma gli preferirebbero il Monaco come sindaco. Ha paura  che il futuro ci ascolta ed allora lo dimentica e lo abbandona. Attende solo con fiducia la discesa massiccia delle truppe cammellate promesse dal nuovo boss borioso,rampante e manipolatore, insieme a PPN l'uomo più ricco tra i politici nostrani. Da verificare quanti soldati ha il papa! A Campobasso per il suo lingienista ricciaiolo è riuscito a malapena a raggranellarne 200!  Spera, infine,  nei rudi e prodi uomini di mare ossequiosi al loro Patrono San Basso solo perchè s'appella Basso. Un pover'uomo tu sei!
Incognita è il “ei fu” al secolo Di Giandomenico , volto nuovo e giovane di Termoli, l'uomo che esprime una nova classe dirigente. I termolesi lo aspettavano da tempo e si rammaricano che non l'abbiano conosciuto prima. Presenterà il conto ai tanti imprenditori, professionisti e lingienisti diventati famosi non per l'isola ma per le tasche allargate a borse capaci e voraci. La sua azione di disturbo vuol contrastare ed annientare quei cari amici di merende che l'hanno dimenticato. La politica è potere ma anche strapotere sadico di bere nel calice amaro della vendetta pur di  riaffermare se stesso.
 Lezione seguita prontamente dai boys del puparo che nel delirio della loro onnipotenza per acchiappare topolini non scelgono il gatto maschio del loro accampamento ma se lo son fatti prestare dal vicino. Sono talmente ciechi che gli mollano una miciona. Non importa, odora di rinnovamento e fa trend. Poverina fa le fusa ai topolini e se li sogna di portarli ai padroni perchè gli amici forse ricercheranno nel monaco la salvezza delle loro anime. Tranne i più irriducibili bravi e scagnozzi del geometra, del riesumato e del piccolo pendolo che voteranno basso, in tutti i sensi. Meglio un nemico dall'altra sponda che un amico forte che ti oscura nella tua.
Il monaco in questo guazzabuglio, "in cerriglium gaudeat" ,cercherà di arraffare quanta più immondizia possibile per arrivare al ballottaggio. Spera tanto negli incroci anche se ora vanno di moda le rotonde.Teme qualche rattuso che quando vende un lembo di coscia  s'imbriaca.
 Ultimo i fedeli del cane sciolto senza lacci e laccioli , forse il più vero, ma deriso ed abbandonato in questa palude dove conta il giochino e la possibilità di garantire piaceri.
Questo labirinto di interessi dovrà esprimere il governo di una città. Azz!
Il futuro nelle mani del nulla!
Ci sentiamo lunedì sera.

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